Secondo tentativo...

... finalmente riesco a prendermi il giusto tempo per raccontare cosa è successo da luglio 2016 ad oggi...

Dopo la pausa estiva, avremmo dovuto riprendere il percorso a settembre, ma impegni vari ci hanno fatto slittare ulteriormente di un mese, arrivando così ad ottobre 2016.

Mentre mi preparavo per la IUI, con il raddoppio della dose di ormoni, durante i monitoraggi la dottoressa constatò che il numero di follicoli prodotti era eccessiva per continuare con quel tipo di tecnica. Non c'erano molte scelte, perché con 15 follicoli, di cui 12 maturi, avrei potuto rischiare una pericolosa gravidanza plurigemellare, eventualità che i medici preferiscono evitare. A questo punto, le possibilità erano: sospendere tutto e mettermi a riposo per almeno due mesi, per evitare il rischio di iperstimolazione; evitare di avere rapporti anche a casa; passare ad una FIVET. Entusiasmata dall'opportunità ricevuta, abbiamo accettato di proseguire cambiando tecnica. Il giorno dopo, 25 ottobre, sono stata nuovamente in ospedale per eseguire quella che dottoresse ed infermiere chiamano pre-ospedalizzazione, ovvero prelievi ed elettrocardiogramma per stabilire che sia tutto ok e si possa andare in sala operatoria. Questo passaggio viene fatto per snellire la procedura. Il giorno dopo, 26 ottobre, in preda all'ansia, marito ed io eravamo in ospedale alle 8 in punto! L'ansia fu doppia... Questo perchè in quel giorno a Morigerati, si festeggia il Santo patrono, giorno molto sentito da Pasquale, sia dal punto di vista religioso, sia da quello lavorativo, visto che normalmente è una giornata di proficui guadagni... 

Quasi immediatamente sono stata ricoverata, mandata in camera con un'altra compagna di sventura, e la mia dolce metà chiamata dalle biologhe per il suo "prelievo". Dopo circa un paio d'ore, prima la mia compagna di stanza e poi io, siamo state portate in sala operatoria. Tra anestesia, prelievo degli ovociti e risveglio, il tutto è durato 15 minuti, cosa di cui sono certa perchè ricordo di aver guardato l'orologio nella sala d'attesa davanti alla sala operatoria. Tornate in camera siamo state a letto per smaltire l'anestetico e in attesa che arrivassero i nostri mariti prima e le biologhe poi, per darci notizie su numero e qualità degli ovetti prelevati.

A questo punto apro una piccola, ma dolorosa parentesi. All'arrivo della biologa, quando entrambe chiacchieravamo con i mariti, Pasquale ed io siamo stati fatti uscire dalla stanza per qualche minuto. La biologa ha prima parlato con loro in camera e poi con noi davanti la porta. Abbiamo avuto buone notizie, sarebbero stati portati in coltura 4 ovociti, non moltissimi dato l'elevato numero di follicoli, ma visto il mio problema anovulatorio una buona quantità. Al rientro in camera era però calato il gelo. La mia compagna si era rivestita. Mandato fuori Pasquale con una scusa, le chiesi perché si stesse preparando. La sua risposta mi spiazzò totalmente: lei, col mio stesso problema, di 4 follicoli, non aveva prodotto nessun ovocita. Nessun ovocita. Al solo ricordo, ancora sento una stretta al cuore. Mi metto nei suoi panni ora come allora e mi sento male. Nonostante la stimolazione, la natura, il suo corpo, non avevano fatto il loro "dovere". Completamente senza parole, con lei in lacrime, l'abbracciai con le lacrime agli occhi a mia volta. Brutta cosa l'empatia... (Se mi leggi, spero tanto che ti sia andata a segno, ti auguro ogni bene, sei sempre nei miei pensieri...)

Dimessa la mia compagna di sventura, mi portarono il pranzo e lasciai che Pasquale tornasse a casa.

Da quel giorno, mercoledì, sono stata in ospedale 2 complessivi lunghissimi giorni, fino al venerdì mattina, giorno del transfert, dopo del quale avrei avuto anch'io le dimissioni. 

Sono così cominciati i 15 giorni più snervanti, pesanti e difficili della mia vita. Tra le siringhe di progesterone, le altre medicine, le altalene dell'umore, i dolori fisici e un nuovo negativo alle beta, ho sinceramente desiderato di morire. Mi sono sentita così inadeguata, così inutile e così merda, che l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere e chiedermi sempre tutti i miei perché.

Ho poi ricevuto anche la notizia, giusta, ma rompiscatole, del dover attendere almeno 3 mesi per poter fare un nuovo tentativo.

Contemporaneamente poi, sempre perchè in questo contesto tutto sembra essere sempre mai una gioia continua, ho saputo che mio fratello e mia cognata aspettavano il terzo figlio, il maschietto tanto desiderato dopo quasi 14 anni dalla prima figlia. Non fraintendetemi, un nipote è sempre gioia! E' solo che però quando si percorrono queste strade, più si soffre della propria mancanza, più sembra che l'intero mondo lungo il proprio percorso resti incinta con uno schiocco di dita... Spero di essermi fatta capire... Intanto ora non sto nella pelle per la nascita di Antonio!! 

 

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