Parola d'ordine: LEGGEREZZA!

4 Marzo 2017

Oggi è sabato e, malgrado le previsioni portino cattivo tempo da domani, sembra primavera! Proprio per questa ragione, contrariamente a quanto abbiamo fatto fino ad ora, questo post non è scritto a 4 mani, ma ci sono solo io (Francesca) perchè il maritino è già impegnato all'Osteria, quindi voglio trattare un argomento semiserio, o meglio, voglio trattare un argomento serio, ma sdrammatizzando un po'. 

L'argomento di cui sopra siamo noi donne. Più specificamente come viviamo noi donne la PMA. Prima di dire qualunque cosa, da persona oggettiva, devo esprimere la mia solidarietà ai mariti o compagni, sì, avete letto bene. Non lo so se vi rendete conto amiche mie, del fatto che già siamo normalmente delle cacacazzo (BIP!!!!), ma gli ormoni ci trasfigurano! A parte i problemi di peso - sigh! - è una continua altalena di emozioni, che poi noi un figlio vorremmo, mica la versione 2.0 del bipolarismo in omaggio, e che cazzo! Sono sboccata, scusate, ma... sò gli ormoni! :D

In realtà la cosa è seria. Dal canto mio, soprattutto all'inizio di questo percorso, come vi dicevo qualche post fa, mi sono sentita smarrita, malata, anormale e circondata da un alone di tabù che non so se vi ricordate la pubblicità dell'AIDS degli anni '90, ma tale e quale proprio! Una donna a metà. Combattuta tra la voglia di maternità, l'idea del 'ma chi me lo fa fare', la tentazione di rispondere gridando a quelli che passando bisbigliano 'poveretta' e il grande bisogno di parlare, parlare, e ancora parlare, e confrontarmi ed esorcizzare questo caspita di demonio che si chiama infertilità.

Non vi nascondo che certi giorni, quando lo sconforto sale (e ahimè non sono gli ormoni...), ancora mi sento così. Provo un misto di rabbia e tristezza che non so con chi vorrei andarmela a prendere, vorrei bestemmiare dall'alto del mio ateismo e prendere a schiaffi chiunque mi passi avanti. Vorrei piangere, e talvolta lo faccio, tra le 4 rassicuranti mura di casa mia, gridare e disperarmi come solo noi donne sappiamo fare. Ma poi mi ricompongo, anzi, come mi rassicura dire, mi riorganizzo, mi rimbocco le maniche e vado avanti. 

Oggi parlavo con un amico, che ha fatto il nostro stesso percorso, mi ha colpita la dolcezza con cui parlava di ciò che ha passato sua moglie. Perché è questo il punto, il nocciolo: emotivamente si soffre in due, ma fisicamente chi ha la peggio è la donna. L'ho ascoltato con piacere, ho avuto empatia con lui, ed ho sentito la sua che genuinamente veniva verso di noi. 

Ora vi dico, che se ho sottolineato che emotivamente si soffre in due, è perché, me ne rendo conto sulla mia pellaccia, spesso nel nervosismo generale che tutta questa situazione produce, mio marito diventa quasi il mio nemico. Discorso che può allargarsi poi a, come vi dicevo prima, tutti coloro che capitano sulla mia strada in quel particolare momento. Lo so che succede anche a voi, ma provate a vedere la cosa dal loro punto di vista, non vestitevi da vittime che "mai una gioia", questa battaglia si combatte in due. Ci si deve supportare e sopportare sempre.

Ho affrontato quest'argomento perché ho visto coppie affrontare male, molto male, le attese per i monitoraggi, le inseminazioni o i ricoveri per le fivet. Ho visto tanta insofferenza, in questo caso da parte di mariti che 'uff! non vedo l'ora che tocchi a me così poi posso andare a casa'... Cocco de' casa, se ciò che stai facendo è un sacrificio, forse dovresti rivedere un attimo le tue priorità... 

Capitemi però, non voglio fare la maestrina che sale in cattedra e vi dice questo si fa e questo no, assolutamente! Il mio intento è solo quello di strapparvi un sorriso se riesco, e ancor meglio farvi riflettere su quanto tutto ciò debba rinsaldare la coppia e non sfasciarla. Del resto, e parlo strettamente per me, prima ho amato mio marito, e poi l'idea di farci un figlio... Spero di essermi spiegata!

Vorrei lasciarvi con un piccolo consiglio: considerate che ognuno di noi ha la sua storia, quindi ciò che va bene per me, può essere sbagliato per qualcun'altro e viceversa... Fatto questo preambolo, lo so bene che la prima grande fonte di spiegazioni l'avete trovata in rete, ma se io mi fossi basata solo su quello che ho beccato nei forum o in alcuni siti, allora ciao! Solo cercando i sintomi di alcune cose, sono morta l'anno scorso e non lo so! Esigete, con la dovuta calma ed educazione, che siano i medici a sciogliere tutti i vostri dubbi e a rispondere a tutte le vostre domande, non vi fate bastare i consigli degli amici, perchè il confronto va bene, ma soprattutto in casi di problemi di un certo rilievo, solo il medico può indicarvi la vostra giusta strada.

Buon fine settimana a tutti,

Francesca.

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